Alla base degli studi sul job crafting vi è la consapevolezza che una corrispondenza positiva tra le caratteristiche di una persona e il suo lavoro è fondamentale sia per una buona soddisfazione personale che per aumentare l’efficacia sul lavoro.
Nell’evoluzione di questo metodo, che offre agli individui l’opportunità di dare forma alla propria esperienza lavorativa, un ruolo molto rilevante giocano tre approcci che possono essere adottati – singolarmente o combinandoli fra loro – dai lavoratori: il task crafting, il relational crafting e il cognitive crafting. Si tratta di comportamenti proattivi che hanno l’obiettivo di avvicinare il proprio lavoro alle proprie caratteristiche personali.
Mentre i primi due prevedono di agire in qualche modo sull’esterno, modificando le mansioni o le relazioni legate all’occupazione, il cognitive crafting si concentra sull’individuo e sulla sua abilità di modificare la propria percezione del lavoro e delle situazioni lavorative, e reinterpretare le sfide professionali. Ridefinire in questo modo prospettive e mentalità ha come effetti una maggiore adattabilità, una migliore gestione dello stress e un aumento della soddisfazione sul lavoro.
Andando più nello specifico, il cognitive crafting consiste nell’identificare e modificare i propri schemi di pensiero negativi riguardanti il lavoro. Se un dipendente percepisce il proprio lavoro come noioso o poco interessante, attraverso il Cognitive Crafting egli potrebbe modificare questa percezione, riconsiderando l’importanza del proprio lavoro nella catena di produzione o nella vita dei clienti.
Il cognitive crafting con il job crafting, può migliorare la soddisfazione e l’impegno sul lavoro, può modificare la propria percezione del lavoro e delle situazioni lavorative. L’obiettivo di queste modifiche è, in ogni caso, quello di creare delle condizioni di benessere e stimolo sul lavoro, in linea con i bisogni personali.
Immaginiamo un dipendente che lavora come programmatore informatico, e che si sente insoddisfatto del proprio lavoro percependolo noioso e ripetitivo. Il Cognitive Crafting, lo può aiutare a identificare i propri schemi di pensiero negativi riguardanti il lavoro e cercare di modificarli. Potrebbe, per esempio, riconsiderare l’importanza del suo lavoro nell’aiutare a sviluppare un software che migliori la vita delle persone o che potrebbe essere utilizzato in progetti importanti per la società. In questo modo, il dipendente modifica la propria percezione del lavoro vedendolo più significativo e gratificante.
Egli potrebbe anche cercare di modificare la propria percezione delle situazioni lavorative. Ad esempio, di fronte a riunioni di lavoro che gli paiono noiose e inutili, utilizzando il Cognitive Crafting potrebbe arrivare a considerare che queste gli permettono di avere un’idea più chiara dei progetti in corso, e che sono l’occasione per comunicare con i colleghi e risolvere eventuali problemi.
Utilizzare il Cognitive Crafting per modificare la propria percezione del lavoro e delle situazioni lavorative rende il lavoro più significativo e gratificante, aumenta la soddisfazione e l’impegno sul lavoro, e migliora quindi la qualità della vita lavorativa sia per il benessere personale che per il successo organizzativo.